
Il rischio è un valore da acquisire e integrare a livello sociale. Sembra paradossale ma bisogna imparare ad amare il rischio. In che senso?
AMARE IL RISCHIO SIGNIFICA CALCOLARLO NELLA PROPRIA ESISTENZA E QUINDI IMPARARE A TUTELARSI.
Non amare il rischio, cosa che accade entro ogni governo in merito al terremoto, significa rimanere scoperti nelle difficoltà.
Con il Coronavirus il Governo sta amando il rischio. Se lo ignora e non lo calcola non può proteggere i cittadini.
PARLIAMO UN ATTIMO DI RISCHIO SISMICO
2020:lanciamo allarmi o facciamo prevenzione? Già nel 2015 si diceva che le stime del rischio sismico richiedevano nuovi modelli di prevenzione.
🎗2015: 23°giornata dell’Ambiente all’Accademia Lincei. Roma TEMA: CARENZA DELLA MAPPA DI PERICOLOSITA’ SISMICA
CHI PARLA: Giancarlo Neri, Professore Ordinario di Geofisica della Terra Solida (SSD GEO/10, Settore 04/A4), Dipartimento di Fisica e di Scienze della Terra, Università degli Studi di Messina.
La carta di pericolosità sismica è prodotta e ufficializzata nel 2004 e serve per capire comprendere quali zone sono più di altre sottoposte a rischio sismico e in che termini.
Nel 2008 il Governo la adotta per fissare le norme tecniche di costruzione sul territorio nazionale italiano. Peccato per un dettaglio. Si tratta di una mappa dai valori di calcolo deficitari.
QUAL’É LA SITUAZIONE
Deficitaria la mappa = sottodimensionate le norme tecniche nella costruzione delle case. Quali strumenti possono migliorare la mappa di pericolosità sismica?
Ve ne sono diversi:
- Metodo probabilistico (quello attuale),
- Metodo probabilistico tempo dipendente,
- Metodo deterministico,
- Metodo neo-deterministico.
In sintesi: ognuno a suo modo è perfettibile e deficitario allo stesso tempo in una sua parte.
QUAL’É IL PROBLEMA
Quale metodo impiegare a livello nazionale per costruire bene in relazione al rischio sismico e tutelarci? Ne esiste uno migliore degli altri? Quale usare dal momento che sono tutti utili entro diverse circostanze ed entità di scuotimento della terra?
Ogni metodo ha inoltre una ricaduta economica differente in relazione alla costruzione degli edifici.
Sono interessanti più che mai le parole spese dallo stesso Giancarlo Neri in quel già lontano 2015:
«Ci sono dei metodi che andrebbero utilizzati dalla società scientifica e non rifiutati nel momento in cui si cerca di fare un percorso comune nell’aumento dell’efficacia delle attività di prevenzione».
Questo percorso COMUNE fra varie scuole di pensiero ad oggi sembra non essere stato ancora iniziato. Perchè? A chi giova? Quanto realmente si sta facendo ricerca in merito a questo?